APPELLO DEL SINDACATO ESERCITO (S.I.A.M.O.) AL MINISTRO DELLA DIFESA: PONDERAZIONE E DIALOGO DURANTE L’INCHIESTA SUL GEN. VANNACCI.
Pubblichiamo e condividiamo le preoccupazioni del Sindacato espresse direttamente al Ministro della Difesa Crosetto in merito alla condotta di una inchiesta interna che dura ormai da oltre cinque mesi. Di seguito un passaggio "del comunicato stampa" a firma del Segretario Generale del Sindacato, Daniele Lepore:
"Il Segretario Generale esprime perplessità sul fatto che un membro del governo, in un particolare momento storico caratterizzato da guerre e forti tensioni internazionali, dedichi particolare attenzione a un alto Ufficiale dell'Esercito, dando, per lo più, impressione di parzialità e mancanza di equidistanza. [...] Sarebbe lecito il dubbio che l'indagine formale avviata dal Ministro nei confronti del Vannacci possa essere influenzata da pregiudizi o miri, nella peggiore delle ipotesi, a irrigidire le già restrittive norme per chi indossa un’uniforme e ad introdurre sanzioni più severe per le violazioni alle libertà costituzionali da parte del personale militare."
Anche a Noi del Comitato appare evidente come tutta la faccenda possa apparire all'opinione pubblica come una sorta di battaglia personale messa in atto unilateralmente dal capo del dicastero della Difesa contro il Generale Roberto Vannacci. Un accanimento che sembrerebbe essere dettato, come precisa il Segretario del S.I.A.M.O. da "un interesse politico superiore inteso a trasformarlo in un capro espiatorio di una condotta del vertice politico alquanto irrituale e poco ortodossa nei modi e nei tempi di comunicazione".
Insomma, adesso l'operato del Ministro passa sotto la lente d'ingrandimento del Sindacato militare che teme ripercussioni dirette sulla libertà di espressione di tutti i militari. E Noi del Comitato Il Mondo al Contrario non possiamo che convenire.
Maurizio Ricci Lucchi. Penso che come "Forma" il Generale non dovrebbe trattare di politica.
Ma l'Italia è "Un mondo al contrario" dove a cominciare dai magistrati che hanno facoltà immense, addirittura di privare le persone della loro libertà personale, o gli insegnanti di scuola che hanno possibilità di condizionare l'educazione degli allievi già da piccoli e senza il controllo dei genitori. I sacerdoti che invece di seguirci in una vita spirituale fanno politica antiitaliana. Alla fine è meglio che più che alla forma guardiamo i contenuti. I contenuti dei pensieri del Generale sono corretti? Sono utili? Sono costruttivi per una condizione migliore di vita dei cittadini? Si! Allora parli e scriva, che sarà sempre nel giusto assoluto.
Mi spiace dovermi ripetere (come ho scritto altrove) ma il nocciolo del problema è costituito proprio dalla costituzione (scusando il bisticcio di parole); e non si vuole capire che il Ministro in pratica è anch'egli obbligato a "rispettare" i criteri, dogmi del suddetto "collare cartaceo" proprio perchè ha dovuto giurarvi fedeltà per diventare appunto, ministro. Il suddetto "collare cartaceo" con buona pace di tutti gli estimatori del libero pensiero non prevede che si possa uscire dal perimetro tracciato a suon di "bombe amiche della parte giusta che fu anglo-franco-americana" altrimenti detti gli "alleati" dai vincitori del '45, (la storia la scrivono sempre i vincitori, ricordatevi!). E questo è solo un assaggio! Più il Generale si inoltrerà nel campo minato del…
Intervento più che opportuno. Inopportuno e fuori luogo è stato al contrario l'intervento di Crosetto contro il Generale. E non soltanto di Crosetto.
Finché rimane in vigore l'art. 1472 del Codice dell'Ordinamento Militare c'è ben poco da obiettare, a meno di non assumere la parte dei quaquaraqua:
"I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l'autorizzazione."
I militari tutti, senza distinzioni di grado...Con buona pace degli pseudodemocratici che si sono scagliati contro la libertà del Generale di esprimersi.
Art. 21 della Costituzione:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione ........".
TUTTI significa TUTTI, senza distinzione di sorta (sia che un soggetto possa essere, o meno, un Pubblico ufficiale o qualsiasi altro cittadino).
Di conseguenza il Generale, come TUTTI, è libero di esporre in qualsiasi forma ammissibile (scritto o parlato e/o ogni altra forma assimilabile alle già citate) il proprio pensiero. Il provvedimento disciplinare in corso mi sembra dettato più da motivi politici e di audience che da motivi sostanziali.
Ottimo intervento a difesa del generale,che penso non ne abbia bisogno, ma vogliamo cominciare a discutere di tutti i " problemi" che ha sollevato?